
Chi siamo? Bella domanda..
I tre uomini e una donna siamo noi, una famiglia media normalissima che non ama collezionare oggetti o abiti, che non ha una casa particolarmente grande nè automobili nuove fiammanti, ma che preferisce dilapidare lo stipendio collezionando biglietti aerei, fotografie, risate, emozioni raccolte in viaggio.
‘Normalissima’ però è una parola che non ci si addice molto, chi ci conosce lo sa… Anche il nome del blog, del resto, aiuta a capire che tanto a posto non siamo.. Volutamente cita la celebre commedia “Tre uomini e una gamba” e lo spassosissimo libro “Tre uomini in barca”.
Quindi sì, la risata fa parte di noi, non ci prendiamo mai sul serio, ma prendiamo seriamente a cuore la questione viaggi, perchè la nostra ‘missione’ è far capire che: viaggiare coi bambini si può, si deve. E’ conoscenza, esperienza, avventura, vita. E’ riempire le valigie di ricordi e quando un giorno le apriranno, ci troveranno dentro il mondo.
Allora raccontiamo i nostri viaggi e le nostre avventure per dimostrare che è possibile partire per un lungo viaggio, anche se i bambini sono piccoli e che è possibile scoprire anche luoghi remoti e selvaggi avendo un pò di flessibilità e organizzazione. E inoltre, non meno importante: si può viaggiare bene anche se non si dispone di una somma di denaro considerevole, basta un pò di spirito di adattamento e sapere qualche piccolo trucchetto per risparmiare nei soggiorni, sui voli che vi spieghiamo ben bene.
Questi siamo noi, i Tre uomini e una donna.
La donna sono io che scrivo e che subisco gli altri tre chiassosi, instancabili, disordinati, indomabili uomini o ometti.
Micaela, di professione architetto, milanese all’anagrafe, varesotta d’adozione. Sensibile fino alla nausea, (mi commuovo anche a leggere le istruzioni di montaggio di un mobile Ikea) amante dei paesaggi sconfinati, dei deserti, dell’artico, ma anche della città e della sua architettura, dell’arte, dei libri, dei luoghi autentici, delle feste paesane, dei rapporti sociali, della buona cucina. E poi datemi un cane, una tartaruga, un elefante o qualunque altro animale e io piango, ci parlo, o mi perdo.. L’ ho fatto davvero, nell’oceano, mentre inseguivo una tartaruga, mi sono persa..
Poi c’è Fabio, mio marito, il primo dei tre uomini, di professione pilota di elicotteri. Varesotto all’anagrafe anzi, di Malpensa proprio. E come si fa a non lavorare su un mezzo che vola, se nasci a Malpensa? Lui è il mio esatto opposto. Dinamico e sportivo, l’avventura sono nel suo dna: dall’arrampicata alla subacquea, dallo sci al surf ( a me fanno paura anche le giostre dei parchi divertimento e diciamo che da milanese incallita quale ero fino a 10 anni fa, lo sport più estremo praticato da me era fare le scale del metrò). Chiacchierone, a tratti logorroico, potrebbe parlare anche con un palo della luce e cuoco amatoriale di indubbia capacità (anche se lo scettro è mio) è il classico finto duro per deformazione professionale militare, ma col cuore di burro, anche se non lo ammetterà mai.
Poi ci sono gli altri due ometti Andrea e Luca, 12 e 10 anni, come il padre, sportivi, esuberanti, chiassosi, disordinati, mangioni. Da quando sono nati stanno provando a rincorrerci in tutti i nostri viaggi. Stravolti ed esausti ogni tanto ci chiedono di fare una vacanza normale in hotel, fermi una settimana, come tanti altri bambini. Ma noi non demordiamo. Stiamo addestrando macchine da guerra, li abituiamo a fusi orari improbabili, giorni di 50 ore, notti per terra in aeroporto o in tenda senza materasso, maratone nei deserti, docce gelide sotto cascate artiche, insetti per cena e cose così.
Sotto sotto, senza farci scoprire, stiamo provando a insegnare loro la bellezza della diversità dei paesaggi, dei luoghi, ma soprattutto delle religioni e delle culture dei popoli che incontriamo. Imparare a mangiare un piatto insolito, rispettare il silenzio di una moschea o un tempio, parlare in lingua diverse, ascoltare storie incredibili di persone conosciute dall’altra parte del mondo, capirsi a gesti e giocare con altri bambini, sono cose che speriamo possano creare un bagaglio importante per loro.
Crediamo sia il regalo più bello che si possa donare.
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