
Cosa vedere a L’ Avana
Cosa vedere a L’ Avana dipende da cosa si cerca da un viaggio come questo.
Noi qui vogliamo raccontavi prima di tutto le emozioni che abbiamo provato su questa isola, in questa città splendidamente decadente.
Le opere d’arte, i musei, i monumenti questa volta, li lasciamo recensire a guide più autorevoli di noi. Speriamo solo di riuscire a trasmettervi tutto il calore che ci è arrivato da questa città fuori dal tempo, unica al mondo.

Arrivare a L’Avana, la nostra esperienza
Ci vogliono giorni per far sedimentare le emozioni di un viaggio durato 16 giorni. Difficile decifrare le sensazioni e spiegarle. Alla domanda che ci pongono in tanti: “bella Cuba?” non sappiamo rispondere con un semplice sì o con un no. Troppo riduttivo. Per ‘bella’ poi cosa si intende? Un bel paesaggio? Un bel mare? Una bella città?
Cuba è un isola paesaggisticamente stupenda, con un mare da cartolina, palme, spiagge e tramonti da sogno, con un mojito da bere e musica da ascoltare, magari con un sigaro. Per molti è tutto qui.
Per noi Cuba è stata devastante. E’ proprio un’ isola a tutti gli effetti, diversa dalle altre. Cuba è a sé stante. Ci dicevano: andate prima che cambi, c’è fermento, potreste non vederla come lo è stata per tanti anni. Invece abbiamo il sentore che rimarrà così ancora per molto tempo.
E’ stato un viaggio straordinario, inaspettato, ricco da tutti i punti di vista. Uno di quei viaggi che lasciano un segno indelebile.
E’ del tutto personale e soggettiva la percezione delle cose a L’ Avana e in tutta Cuba in generale. Non c’è un monumento da non perdere, un museo incredibile, una spiaggia meglio di altre. Noi abbiamo fatto un giro itinerante che ha toccato diverse località della metà occidentale dell’ isola. Abbiamo costruito un itinerario che comprendesse le città ma anche le spiagge, quelle turistiche e quelle meno. Volevamo vedere la campagna tropicale e fare diverse attività, conoscere la gente del posto, vedere da vicino la vita vera. Abbiamo percorso moltissimi chilometri in taxi collettivi, in bus, a piedi, a cavallo e nei carretti (qui abbiamo raccontato del nostro giro a cavallo: Vinales, tra piantagioni di tabacco e un mare da sogno
Per una volta non abbiamo studiato tutto nel minimo dettaglio prima di partire, abbiamo seguito il consiglio di chi c’era già stato: farci guidare un po’ dalle sensazioni.. Considerando però l’età dei nostri bimbi, abbiamo dovuto fissare almeno delle tappe e prenotare i soggiorni. Il resto l’abbiamo improvvisato. I 6 giorni trascorsi a L’ Avana meritano un capitolo a parte, è un viaggio nel viaggio, che proviamo a spiegarvi a modo nostro.

L’ Avana con i bambini: non visitarla ma viverla
Cosa vedere a L’Avana? Visitare una città è una cosa, viverla un’altra. Questo è uno di quei posti che non si visita, ma si deve vivere. Abbiamo trascorso qui 6 giorni, volutamente non in hotel, ma in una semplice stanza di un palazzo del centro, una cosiddetta casa particular.
Premessa: partivamo con 4 biglietti stand-by, quindi pagati pochissimo, ma senza avere la certezza di partire né ritornare. Funziona così: arrivi presto in aeroporto, ti fai tutta la trafila dell’imbarco, consegni i bagagli da spedire con la relativa coda annessa, fai i controlli di sicurezza, attendi al gate l’imbarco vero e proprio e poi ti dicono se sali o no, se non c’è posto, vai a ritirare i bagagli al nastro come se stessi tornando dal viaggio e ritorni a casa con un po’ di amarezza per il tempo e l’occasione persa e ritenti al prossimo volo. Con due bimbi di 5 e 7 anni, mi rendo conto sia una follia per molti.. ma noi siamo strani e lo sappiamo!
La fortuna ci assiste e prendiamo gli ultimi 4 posti liberi. Si parte. Abbiamo pochissimi minuti per confermare le sistemazioni già selezionate da noi per L’ Avana e le altre tappe, prima di imbarcarci.
10 ore di volo, in realtà 11 perché abbiamo tardato a decollare a bordo pista. Arrivi e fa un caldo torrido anche per i cubani, perché è luglio ed è estate anche per loro, ci sono 35 gradi ma ne percepisci 500 per l’umidità altissima.
Chi ha bambini capirà.. ma quando hai fretta e sei stanco, loro hanno sonno, hanno fame o sete o devono andare al bagno.. quando tutto questo accade dopo 11 ore di volo senza aver dormito, dopo i controlli in uscita, dopo l’attesa infinita dello zaino al nastro.. la pazienza vacilla..
Il bar fuori dall’aeroporto non ci vende l’acqua perché non accetta gli euro, neanche 1, neanche per lo nino (Luca) che sta morendo di sete, allora devi tornare indietro, coi bagagli e cercare il cambio moneta in aeroporto. Devi farti la coda, devi trovare giochi immaginari per far passare il tempo e la sete ai bambini.. ma dopo un’ altra mezzora interminabile abbiamo i CUC locali e andiamo al bar. Compriamo due mezze bottigliette che si scolano solo loro e ci sembra già di aver conquistato il mondo. Contrattiamo (poco, per via della stanchezza) per il taxi che ci porta in centro.
Il paesaggio scorre, vedo palme, baracche, carri e cavalli, poche macchine rumorose al tramonto, poi la città comincia e inizia il degrado, i palazzi poveri, quelli diroccati, quelli mezzi demoliti, qualcuno ritinteggiato ma poca roba e mi chiedo quando inizierà il centro. I bambini stanno per addormentarsi ma non possono, devono resistere ancora un pò, così poi dormiranno comodi nei letti e proveremo a far prendere loro il fuso locale.
La città continua così e invece che migliorare peggiora, anzi, siamo proprio arrivati. Quella che doveva essere la via della stanza prenotata per ben 6 giorni adesso si mostra in tutto il suo scempio. Non so se mettermi a piangere o ridere.
Non un’insegna, non un cartello, non una persona a cui chiedere. Il tassista ci scarica e appoggia gli zaini per terra, sui rifiuti. Due galli litigano proprio accanto ai nostri bagagli. Escrementi indecifrabili e odore di cassonetti sotto il caldo asfissiante. Sono troppo scioccata per dire qualcosa. resto pietrificata e mi limito ad osservare. Non avevamo prenotato una casa del centro? a 50 metri dal Paseo? (la rambla de L’ Avana) E siamo proprio in centro in effetti, lo scopriremo l’ indomani.
Capiamo dalla gente, che si affaccia dai balconi, che siamo nel posto giusto, ci lanciano le chiavi da una finestra e Fabio comincia a salire le mille scale fino all’ultimo piano del palazzo per vedere se è la chiave giusta. Io attendo fiduciosa coi bambini seduti sugli zaini.. anche perché altrimenti c’è da andare a cercare di notte un posto dove dormire in 4..
Nel frattempo sento un cucchiaio che sbatte su un pentolino, guardo in su e vedo un ragazzo che richiama l’attenzione. Poi guardo in strada e vedo correre i gatti e i galli, storpi e magri, sbucati da non so quale inferno, verso il loro amico umano. Era il rituale serale e l’abbiamo capito poi con il passare dei giorni: il lancio degli avanzi di ossa e riso agli animali, dalla finestra del 5° piano. Ma anche sulle nostre gambe e bagagli, tra i gatti, cani e galli che mangiavano felici.
Benvenuti a L’ Avana.
Quello che era stato l’ incubo del primo giorno, si è poi rivelato tutt’ altro. Quello che era sembrato un errore fatale, una casa orrenda in un posto orrendo, in realtà è stata la scelta migliore che potessimo fare (se solo ci fosse stata meno puzza in strada sarebbe stato meglio..). Dentro, la casa era scintillante, semplice ma tirata a lucido, con i proprietari sempre disponibili e sorridenti.
Abbiamo vissuto 6 giorni nella città vera, non patinata per i turisti, sopra ad un ristorante locale con galli annessi e un mercatino di frutta e carne, non proprio lindo.. con le case aperte che vedi dentro cosa fanno, con la gente che stende, che ha cura degli interni e tiene tutto a lucido quello che è suo (le case invece sono dello stato), con gli ambulanti che vendono porta a porta le cipolle o il pesce, con la musica sempre in sottofondo che esce dalle case. Ci abbiamo messo parecchio per capirlo però, non è di facile lettura, una città come questa.
Non è bella solo per i palazzi coloniali, per le facciate colorate, per le piazze grandi e verdi con piccoli gioielli barocchi. L’ Avana è splendida se ne sai apprezzare la gente e se riesci a passare oltre al degrado che tanti anni di incuria ed embargo hanno reso così una città che deve essere stata meravigliosa. Ma se per caso riesci a farcela, allora scopri che questa città ha molto da offrire. Non vogliamo soffermarci su chiese, palazzi o musei, a nostro avviso non così meritevoli, perché si trovano su tutte le guide, ma su quello che ci ha colpito di più.

Cosa vedere a L’ Avana: il Paseo de Martì
Il Paseo de Martì è un must, più che da vedere è da vivere a tutte le ore del giorno e non è come fare la Rambla a Barcellona. Non è un posto dove trovi i turisti, ci sono sì, ma sono pochi. Il Paseo è una fetta di Cuba. Raccoglie le famiglie locali accaldate che cercano il fresco della sera, fa incontrare i bambini che giocano a calcio e che chiedono a gran voce di far partecipare alla partita anche i tuoi che stanno passando di lì. Si incontrano i giocatori di scacchi, gli anziani al mattino giocano a dama e si sfidano in tornei, dove anche i bimbi italiani sono i benvenuti, con tanto di invito a provare e sorrisi annessi. E’ il luogo di chi dipinge e che vende, anche i pop corn fatti in casa, è il ritrovo di ballerini di salsa che improvvisano un ballo, di chi pattina o va in skateboard. Abitare lì ci ha permesso di viverlo più giorni, a tutte le ore.



Cosa vedere a L’ Avana: girare senza meta
Più che cosa vedere a L’Avana, direi cosa non fare: programmare troppo.
Passeggiare senza meta permette di scoprire mercatini di frutta, cortili con vegetazione lussureggiante, e portici colorati di azzurro, farmacie storiche. Abbiamo bevuto del buon caffè in torrefazioni autentiche, abbiamo mangiato dell’ottimo cibo in locali insospettabili. Di solito seguiamo le guide, ma questa volta i tempi dei bambini e il caldo asfissiante ci hanno fatto deviare per zone insolite. Abbiamo percorso delle vie bellissime come quella dedicata ai parrucchieri, botteghe aperte sulla strada, su poltrone di dubbio gusto e provenienza, ma appena passavamo loro vedevano i bambini, ci leggevano in faccia e facevano la solita domanda: italiani? si? Milano o Roma? Juve o Milan? Ronaldo è alla Juve.. e via che si parlava con tutti. Abbiamo visto i bambini giocare con le biglie tra la polvere dei cortili abbandonati, a piedi nudi, tutti contenti. Dondoli davanti a megaschermi in soggiorno e famiglie intere tutte schierate a guardare la tv. Contrasti ovunque.





L’ Avana con i bambini: una città sicura
L’ Avana è’ una città serena, sicura, anche di notte. Avevamo letto dell’insistenza dei cubani che poteva rivelarsi fastidiosa. Noi non abbiamo rilevato questo, semmai una continua proposta di questo o quello, di un passaggio in carrozza o in taxi, di una cena o di una stanza. Alla nostra risposta “no grazie” ricevevamo un “buona fortuna, hasta luego” dall’ altra parte. I cubani, del resto, devono inventarsi come sopravvivere ed è normale trovare ogni modo possibile, in questo sono maestri, ma insistenza zero, piuttosto molta dignità.
Girare per L’ Avana con i bambini significa giocare ad ogni angolo della strada, soprattutto a domino, a scacchi, a dama e a calcio. Bambini contro adulti. C’è spazio per tutti, anche per gli stranieri che passano.
E se non si patiscono le temperature apocalittiche estive.. si può far palestra a cielo aperto, su attrezzi di fortuna..
Contrariamente a quello che gli occhi vedono, perché sembra spesso di essere finiti in una qualche favela pericolosa, ti stupisci che anche di notte, puoi girare liberamente L’ Avana con i bambini, senza preoccuparti di tenere stretta la borsa o nascondere la macchina fotografica. Al massimo ti verrà chiesto un cuc (1€) per comprare il latte a qualche bambino. Questo perlomeno è quello che abbiamo percepito noi.
Cosa vedere a L’ Avana: un giorno in spiaggia con i local
A L’ Avana si patirà il caldo.. e Playa dell’ Este è la soluzione. Playa dell’ Este e le spiagge vicine, sono quelle dei locali che vogliono passare la giornata al mare. Sul famoso Malecon ci trovi di tutto meno che la spiaggia. Allora basta prendere un bus cittadino (ma si viaggia come sardine, davvero) o si prende un bus dalla piazza centrale, si pagano meno di 5euro a/r a persona e si viaggia da turisti con l’aria condizionata a 15 gradi, su mezzi nuovi e con guida che parla in inglese. Non amiamo il genere.. ma il bus cittadino era veramente improponibile per il caldo. Turisti pochissimi in spiaggia, dune di sabbia chiara fine, palme, e acqua turchese cristallina. Non è la più bella vista a Cuba, ma merita, se non altro per la popolazione locale che la anima.
L’ Avana con i bambini: musicisti di strada per un giorno
Ogni angolo del centro, ogni ristorante, ogni portico di albergo, ha i suoi musicisti. Impossibile non sentirne il richiamo. Cuba è musica. Ci nasci da piccolo col ritmo nel sangue e poi ti accompagna per sempre. La musica è gratis, cantarla, suonarla, ballarla, ascoltarla da una radio.
Passeggiare per L’ Avana con i bambini significa fermarsi un sacco di volte a vedere suonare e cantare i musicisti e più di una volta i nostri bimbi sono stati chiamati a suonare con loro. Andrea suona la chitarra da un anno e guardava ammirato i vari artisti di strada (bravissimi), Luca invece ama il ritmo in genere e immancabilmente riceveva le maracas in mano e provava a tenere il ritmo. E’ bastato un attimo e ci siamo trovati un figlio con la chitarra, l’altro con le maracas, un paio di cappelli prestati ed ecco che erano perfettamente integrati, suonavano insieme agli altri non so come, ma suonavano. Hanno un futuro come artisti da strada, ora lo sappiamo!
Cosa vedere a L’ Avana: un locale storico autentico, il Dos Hermanos
Uno su tutti, il Dos Hermanos. Locale storico de L’Avana, uno di quelli frequentati da Hemingway, Marlon Brando e Garcia Lorca, famoso per il suo mojito.
Siamo passati dalla Bodeguita del Medio, altro locale famosissimo ma ormai troppo inflazionato e pieno zeppo di turisti che troppo spesso ormai, sanno fare solo foto per dire di esserci stati. Poi un cubano ci ha parlato del Dos Hermanos, (recensioni qui : tripadvisor/doshermanos ) locale più autentico e con il mojito migliore della città o di Cuba addirittura, cosi ci diceva.. In effetti ne abbiamo provati molti e questo ci è piaciuto parecchio, ma non è per questo che ci è rimasto impresso, piuttosto per la sua aria informale e rilassata, per la sua posizione defilata e frequentata prevalentemente da locali, di fronte al porto dove attraccano anche le navi da crociera e dove un tempo l’edificio di fronte in rovina faceva da dogana alle navi che arrivavano.
La musica dal vivo di un gruppo di musicisti non eterogeneo per razza ed età richiama i passanti. Salsa. E i cubani si mischiano con i turisti, che bevono e mangiano, bene tra l’altro. (Il solito pollo fritto con riso, forse un po’ stracotto per i nostri palati, ma il gusto della paella sia di carne che di pesce è veramente ottimo)
Fuori una carrozza col cavallo è rimasta vuota ad aspettare.
Poi la tempesta tropicale ha interrotto la musica, hanno chiuso le porte e finestre ma la pioggia che veniva giù di traverso, passava dalle fessure e dal tetto e il vento forte provava ad aprire le imposte. In pochi minuti la violenza della tempesta ha allagato il locale. La signora addetta alle pulizie del bagno, con naturalezza, spazzava via l’acqua, il cameriere continuava a servire ignorando che la pioggia dilavasse la parete della cucina, schivando le cascate che cadevano dal soffitto. Il cavallo fuori era rimasto lì, a prendersi tutta la pioggia, fermo. Noi ci stupivamo del fatto che di fronte a noi, fuori dalle finestre, il diluvio non cambiasse l’effetto che fa questa città. Una città che nonostante tutto resiste, che volta pagina ogni giorno senza che cambi nulla. Tutto resta uguale a 70 anni fa. Forse col ricordo dei fasti di un tempo, come testimoniano le piazze e i palazzi coloniali e con l’orgoglio cubano, che si sente tutto nella musica, negli sguardi, nei sorrisi, sotto quei cappelli di paglia, dietro a quelle dita che suonano, dentro a quelle voci calde e potenti, melodiche e malinconiche che cantano nonostante tutto..
(continua….)
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